BARELLA per AMBIENTI CONFINATI

BARELLA studiata per RECUPERO in AMBIENTI CONFINATI


studiata per adattarsi perfettamente alle esigenze di soccorso e recupero in ambienti confinati, estremamente flessibile, utilizzabile quando è necessaria l’evacuazione e il trasporto del paziente in situazioni morfologiche e climatiche difficili e quindi è richiesto un recupero rapido.


Può essere utilizzata sia in verticale che in orizzontale. Grazie alla specifica sospendita è possibile l'utilizzo del dispositivo sia in posizione verticale che orizzontale.


Praticità di trasporto e stoccaggio. La leggerezza del materiale, la possibilità di essere arrotolata e la compatta sacca di trasporto.


Inerte a tutte le condizioni ambientali, a fluidi corporei e sangue. Il particolare materiale utilizzato permette un lavaggio rapido senza che la barella assorba liquidi organici o biologici.


Trasporto sicuro del ferito. L’alta resistenza dei materiali protegge il ferito durante le operazioni di trasporto e offre un sostegno ottimale.


Facile da usare e predisporre

L’utilizzo di cinghie, fettucce e fibbie di colori differenti previene errori nel montaggio e velocizza l’utilizzo.


Compatta e leggera

La leggerezza del materiale, la possibilità di essere arrotolata e la compatta sacca di trasporto, garantiscono praticità di trasporto e stoccaggio.


Dati Tecnici

Materiale barella: PE

Materiale maniglie: Nylon.

Carico massimo: 150 kg.

Peso sospendita: 780 g

Peso: Kg.7,3


L’eccessiva generalizzazione nella definizione di ambiente confinato, basata unicamente sulla possibile categorizzazione legata alla configurazione geometrica dell’ambiente, influisce in modo negativo sull’attenzione dedicata all’individuazione dei pericoli (presenti o potenziali) e valutazione dei rischi.


A questo riguardo, se si volesse fare riferimento alla normativa statunitense, che è certamente una tra le più articolate, è opportuno evidenziare che le norme OSHA hanno oltre cinque definizioni diverse di confined spaces a secondo del contesto in cui ci si trova a operare (le definizioni si trovano nelle norme 29 CR OSHA 1910.146, 1926.21 1915 Subpart B, 1917, 1917 1917.2, 1918, 1918.2) e anche le norme NFPA danno due diverse definizioni nelle norme 1670 e 1006.


La definizione più generale, prevede che sia definito come confined space uno spazio in cui si può entrare completamente con il corpo e compiere un’operazione, che ha limitate vie di accesso o uscita, e che non è progettato per essere occupato in modo permanente. Ma questo non esaurisce il tema. Infatti, oltre all’indicazione geometrico/spaziale dell’ambiente, la normativa statunitense classifica i confined spaces, anche in funzione del loro livello di pericolo, secondo tre classi:


classe A= immediatamente pericolosi per la vita;

classe B= pericolosi per la vita, ma non immediatamente;

classe C= potenzialmente pericolosi per la vita.


Ad esempio, per quanto concerne la concentrazione di ossigeno alla pressione atmosferica a livello del mare, si ha:

classe A= concentrazione ≤ 16% e ≥ 25%;

classe B= concentrazione compresa fra 16,1 e 19,4% o 21,5 e 25%;

classe C= concentrazione compresa fra 19,5 e 21,4%.


Mentre per quanto riguarda la concentrazione di un gas infiammabile, si ha:

classe A= concentrazione 20% del limite inferiore di infiammabilità;

classe B= concentrazione compresa fra 10 e 19% del limite inferiore di infiammabilità;

classe C= concentrazione ≤ 10% del limite inferiore di infiammabilità.

Secondo la classificazione attribuibile al confined space, sono previste una serie di prescrizioni (dal permesso di accesso obbligatorio, alla ventilazione, al monitoraggio preliminare e/o continuo, ecc.) con l’unica nota che quand’anche a un confined spacesia stata preventivamente attribuita una certa classe, è sempre possibile (anzi è espressamente previsto che venga fatto) eseguire la sua riclassificazione in funzione dell’evoluzione delle lavorazioni e/o delle variazioni nelle condizioni di sicurezza che originariamente erano state verificate per definire l’iniziale classificazione dell’ambiente.


Una volta identificato un confined space, inoltre, la norma prevede due ulteriori possibili categorie Permit-required confined spaces e NON-Permit required confined spaces (spazi confinati per i quali è necessario/ non è necessario un permesso di accesso).


1° Alla prima categoria (permit required) appartengono i confined spaces in cui sono presenti (o si presume ragionevolmente siano presenti) rischi elevati, in particolare:

- contengono o possono potenzialmente contenere un’atmosfera pericolosa;

- contengono materiali che hanno il potenziale di far sprofondare (to engulf) chi entra nell’ambiente;

- hanno una configurazione interna che presenta dei pericoli;

- contengono altri pericoli noti per la salute o la sicurezza dei lavoratori.

In questi spazi notoriamente o potenzialmente pericolosi, l’accesso è quindi consentito soltanto previa emissione di un “permesso di accesso” redatto dal datore di lavoro o da persona da lui delegata.

Alcuni esempi sono:

- spazi confinati in cui sono presenti, in concentrazione pericolosa, metano, monossido di carbonio, acido solfidrico, azoto, esalazioni alcoliche (vino, mosto);

- spazi confinati in cui sono presenti polveri, farine, grano, cereali, materiale sciolto e simili;

- spazi confinati in cui sono possibili arrivi improvvisi di liquidi o sostanze solide.


2° Alla seconda categoria (Non-permit required) appartengono i confined spaces che:

- non contengono o possono potenzialmente contenere un’atmosfera pericolosa;

- non contengono rischi tali da causare un infortunio grave o danni fisici (questo con riferimento a ogni pericolo individuabile per la salute e la sicurezza, inclusi lo sprofondamento in materiale incoerente, lo shock elettrico e i rischi meccanici da parti in movimento).

Peraltro, se dovesse diventare necessario entrare all’interno di uno spazio inizialmente classificato come Non-permit required per rimuovere una fonte di pericolo/rischio, l’ambiente dev’essere riclassificato come Permit-required (con tutto quello che ne consegue) fintanto che il pericolo/rischio non sia stato eliminato.