Come proteggersi dai raggi UV
Il rischio di tumore cutaneo aumenta per chi lavora all'aperto.
Ogni anno si registrano 1000 casi di tumori cutanei dovuti alle radiazioni ultraviolette (radiazioni UV) assorbite sul posto di lavoro.
I raggi UV possono danneggiare la pelle anche in caso di cielo coperto e temperature non troppo elevate.
Due terzi delle radiazioni UV nocive colpiscono la superficie terrestre tra le 11:00 e le 15:00.
In montagna le radiazioni UV hanno un'intensità maggiore rispetto alle basse quote.
L'acqua, la neve, la sabbia e le superfici chiare o metalliche (come i rivestimenti dei tetti) riflettono i raggi UV intensificandone l'effetto.
Numerosi studi recenti , ma anche passati, dimostrano che chi lavora abitualmente all'aperto presenta un rischio maggiore di contrarre un epitelioma. Alcune professioni prevedono in gran parte attività da svolgere in ambienti esterni, così sul luogo di lavoro si è particolarmente esposti all'azione nociva dei raggi solari.
Bisogna considerare questi due aspetti: da un lato il lavoratore ha la responsabilità personale di proteggersi dai raggi solari, dall'altro il datore di lavoro deve rispettare un obbligo preciso in tal senso. Per legge, infatti, è tenuto a fornire i necessari dispositivi per proteggere i lavoratori dalle malattie professionali.
Chi lavora spesso all'aperto deve assolutamente proteggersi dalle radiazioni UV. Il datore di lavoro ha il dovere di fornire ai suoi lavoratori gli strumenti necessari per la protezione dai raggi UV. Pertanto sono "indispensabili" con protezione dai raggi ultravioletti del sole, misurabile secondo il parametro UPF (Ultraviolet Protection Factor, fattore solare di protezione UV):
indumenti abiti tute
copricapo cappelli berretti
gilet e fazzoletti o bandane "rinfrescanti" o "refrigeranti"
Abbigliamento da Lavoro UPF 50+
I tessuti anti-UV offrono una determinata protezione dai raggi ultravioletti del sole, misurabile secondo il parametro UPF (Ultraviolet Protection Factor, fattore solare di protezione UV).
L'abbigliamento è una delle modalità prioritarie per ripararsi dal sole, tuttavia contrariamente all'opinione comune, i tessuti estivi offrono spesso una protezione insufficiente ai raggi UV.
Tutti i tessuti hanno una impermeabilità parziale ai raggi solari; se questa è elevata il tessuto in oggetto può essere preso in considerazione nell'ottica di una protezione dai raggi ultravioletti.
Il fattore UPF è influenzato da numerosi fattori: densità dell'intreccio, colore della stoffa, natura della stessa. Il fattore UPF è una stima della capacità di schermo del tessuto.
Il tessuto 50+ UPF arriva a bloccare il 98% dei raggi UV.
Per esempio, per un tessuto classificato come UPF 30, si stima che su 30 unità di UV irraggiate soltanto una riesca a passare, e 29 siano schermate; l'efficacia sarebbe pertanto del 96,7%.
Il fattore UPF è misurato in laboratorio usando uno spettrofotometro (oppure uno spettroradiometro), unitamente ad una sorgente artificiale di luce e valuta la capacità di un prodotto di proteggere dalle scottature.
La tabella seguente riporta il ASTM standard per l'abbigliamento con protezione solare.
NORMA EN 13758-1, stabilisce i dettagli dei metodi di prova (come le misurazioni spettrofotometriche) dei tessuti.
NORMA EN 13758-2, stabilisce la classificazione e la marcatura dei tessili. Un tessuto anti-UV deve quindi sodisfare la norma, offrendo un UPF maggiore di 40 (40+), penetrazione media agli UV-A minore del 5%, e progettazione in ottemperanza alla parte 2 della normativa.
Se conforme alla norma, il capo deve avere in allegato il pittogramma del sole a forma stellata, la scritta EN 13758-2, e la specifica di un UPF 40+